Trovare il proprio stile nell’abbigliamento può essere complicato.
Molte di noi sono consapevoli del potere comunicativo che possiedono gli abiti. La ricerca del proprio stile nell’abbigliamento è un po’ come scegliere una descrizione di noi stessi.
Possiamo decidere quale lato del nostro carattere mettere in luce, attraverso colori, modelli, abbinamenti.
Per questo trovarsi di fronte a un mare di vestiti per molte di noi è così divertente.
La scelta e la combinazione degli abiti è un’attività che può essere estremamente creativa.
Se ti rispecchi nei gusti di massa, se riesci a girare nei negozi trovando molte cose che ti piacciono (e ti stanno bene!), trovare il tuo stile sarà abbastanza semplice. O almeno sarà semplice per te adeguarti alle nuove tendenze.
Ma per alcune, scegliere un abito piuttosto che un altro, significa inevitabilmente rinunciare a qualcosa.
Evidenziare un lato della personalità, però mettendone in ombra un altro.
Alcune personalità sono troppo sfaccettate per adeguarsi alle etichette del fashion.
Romantic chic, Dandy rock, Bohemien, Gipsy, Dark, Punk, Bon ton, Sporty Glam, Cyber Punk, potrei continuare all’infinito.
Queste sono solo alcune delle migliaia di etichette che l’industria del fashion cerca di appiccicarci addosso.
Come se queste etichette potessero descrivere chi sei davvero.
Ma ad alcune donne, non puoi attaccare un’etichetta.
E nei negozi di vestiti, questa impossibilità si sente tutta.
Possono succedere tre cose:
- Potresti arrivare a scegliere uno stile che vagamente si avvicini a quello che davvero vorresti.
- Potresti scegliere qualcosa di totalmente anonimo per non rischiare scegliendo qualcosa che non senti adatto a te.
- Potresti tornare a casa a mani vuote.
Scegliere uno stile vagamente in linea con il tuo carattere:
Se anche fai fatica a trovare cose che ti piacciano, devi pur vestirti. Magari negli anni ti sei abituata a scendere a compromessi con il tuo gusto, pur di riuscire ad acquistare qualcosa di carino nei negozi.
Si, certo, non ami le stampe a fiori, ma quel modello di abito è proprio carino, alla fine forse i fiori riesci a mandarli giù.
Ti sei mai trovata in una situazione di questo tipo?
Quante volte dopo aver scelto un abito con questi presupposti, poi ti sei pentita?
Ti è mai successo di non riuscire a indossare un abito nemmeno una volta?
Questo è assolutamente normale.
Quegli abiti non sono fatti per te. Ti fai un’idea di come dovrebbero starti, ma poi la realtà è tutt’altra.
Se i fiori ti fanno sentire a disagio perchè pensi di sembrare la madre dello sposo, questo si rifletterà irrimediabilmente sui tuoi pensieri e sui tuoi comportamenti.
Forse ti sentirai goffa e impacciata, o forse semplicemente non sarai al massimo del tuo potenziale.
Ed è un vero peccato, perchè non è ammissibile non brillare per colpa di un vestito.
Eppure succede moltissime volte.
E purtroppo succede anche che gli altri si facciano un’idea di noi diversa da quella che avremmo voluto trasmettere. E questo non sempre è positivo.
Scegliere un abito anonimo per non sbagliare.
Alcune di noi, dopo aver sperimentato la terribile esperienza di indossare un abito più o meno inadeguato, si rifugiano in una soluzione apparentemente semplice e indolore.
Scelgono solo abiti anonimi, neutri, estremamente sobri.
La neutralità può riguardare la scelta dei colori oppure dei modelli, o ancora degli abbinamenti.
Il risultato è senz’altro positivo, se l’obiettivo è quello di eliminare il disagio.
Infatti scegliendo questo tipo di abito non fai altro che nasconderti.
Ti neghi la possibilità di apparire (e sentirti!) al massimo del tuo potenziale.
Ma è assolutamente normale tentare di sfuggire alla vergogna.
Un abito sbagliato e inadeguato, scatena in noi la vergogna.
Sentiamo una discrepanza tra il nostro essere e il nostro apparire e sappiamo che in qualche modo questa discrepanza sarà notata.
Qualche volta è capitato che una cliente ci dicesse, abbastanza avvilita:
“io questo tipo di abito non lo so portare!”
Se rifletti un attimo su questa frase, ti renderai conto che da sola racchiude tutto il problema che ad oggi abbiamo con l’abbigliamento.
E cioè che guardiamo gli abiti da una prospettiva completamente errata.
Ovvero come qualcosa a cui noi dobbiamo adeguarci.
Le persone e i corpi sono tutti diversi.
Gli abiti e le taglie sono tutti uguali.
Eppure è troppo poco proficuo produrre abiti per persone reali.
Si preferisce produrre abiti per dei manichini. Manichini che non esistono. Personalità che non esistono.
Ma se questi abiti non vanno bene per te, chissà per quale motivo, inizi a pensare di essere tu il problema.
E il risultato è che magari ti punisci per anni mortificando la tua immagine. E perdendo così l’occasione di sentirti bella e favolosa in un abito finalmente giusto!
Non riuscire a trovare un vestito.
Dopo mille giri nei negozi, dopo essere state assalite da decine di commesse che tentano di aiutarti, dopo aver provato l’intero magazzino di un negozio, può capitare che tu comunque non riesca a scegliere nulla.
Puoi avere un problema con i modelli, con i colori.
Puoi semplicemente non sapere quali sono i trucchi per valorizzare il tuo corpo nello specifico!
È vero, le riviste sono piene di consigli evergreen con cui secondo loro dovremmo orientarci.
Le righe orizzontali ingrassano e il nero sfina.
Sei una donna pera o una donna fragola?
Se ne leggono di ogni tipo.
Ma tu non sei né una pera né una fragola.
E comunque, in ogni caso, gli abiti vengono progettati su una ipotetica e immaginaria donna clessidra!
È un’assurdità ed è assolutamente normale non venirne a capo.
Questo tipo di “consigli” deriva direttamente dal modo in cui funziona adesso l’industria del fashion. Cercano di schematizzare il più possibile. Di ridurre tutto a numeri e misure standard.
Prima stabiliscono che la forma ideale a cui ambire è la donna clessidra.
Poi decidono anche quali tue caratteristiche devi osservare per capire quanto sei inadeguata rispetto a un manichino che, ripetiamo, esiste solo nei computer dei reparti modellazione!
Allora se hai i fianchi un po’ più larghi sarai una pera, se hai le spalle grandi sarai una fragola.
In ogni caso, se non sei una clessidra, secondo loro c’è qualcosa che non va.
In te ovviamente.
Non nel fatto che quei vestiti siano progettati per manichini dalla forma a clessidra!
Per noi di Madamina è assurdo pensare di ridurre una donna alle sue misure.
O pensare di poterla vestire senza sapere chi è.
L’idea di poter progettare un vestito senza sapere chi è la donna che lo indosserà, per noi può essere soltanto un gioco, un passatempo, un esercizio di stile.
Ma non proporremmo mai a una donna un vestito ideato prima di sapere qualcosa di lei.
Infatti i capi che presentiamo alle sfilate, non sono, in nessun caso, in vendita.
Ci è capitato che qualche cliente ci chiedesse una replica di un abito che avevamo progettato per la passerella. Ma abbiamo rifiutato, reindirizzandole sempre sul Viaggio Madamina, in modo che potessimo studiare un progetto specifico per loro, e non appioppargli una banale replica.