Gli Abiti che vediamo in Passerella, hanno ancora lo scopo di Valorizzare il Corpo di chi li indosserà?
Non occorre che tu sia fashion blogger, fashion addicted, divoratrice di riviste di moda, ricercatrice accanita di suggerimenti per vestire secondo le ultime tendenze.
Qualunque sia il ruolo che ti sei scelta all’interno di questo grande mondo (va da sé che può trattarsi di un ruolo ancor più che marginale), ti sarai accorta di quanto ciò che viene presentato sulle passerelle sia definibile con i più disparati aggettivi, tranne uno: bello.
Questo avviene perché attualmente la maggiore preoccupazione dei grandi marchi è risultare d’impatto. Valore e disvalore di un abito, di una sfilata, vengono stabiliti seguendo parametri social. In un attimo.
In un clic, appunto.
Sì perché le sfilate stesse non sono più appannaggio di una ristretta cerchia di invitati, bensì fruibili da chiunque, dovunque. E conta quindi quante volte viene condiviso un post a commento di una determinata immagine, quanti potenziali clienti verranno agganciati su Instagram attraverso questa o quella collezione, che probabilità ha un outfit di essere trasformato in meme e quindi di diventare virale.
A sigillo di tutto questo basti pensare al singolo frame della modella che sfila per Gucci con la sua testa mozzata sottobraccio, a mo’ di baguette. Tutto ciò che rimane della Milano Fashion Week 2018.
Praticamente impossibile non averlo visto.
In altre parole l’attenzione è interamente volta alla produzione di contenuti ancor prima che alla creazione di vestiti. Se l’immagine non ha le potenzialità per diventare cibo per la rete non è rilevante. Il look è pensato prima di tutto per diventare meme, indossato? Non ha importanza.
Un Abito Elegante e Bello,
ci stupisce in un modo più sottile
Purtroppo la bellezza non impatta, non sciocca, non crea scalpore, non fa audience. Stupisce, questo sì, ma seguendo fili nascosti, toccando luoghi profondi da cui riemergono sensazioni di cui si era scordata l’esistenza e che adesso sono di nuovo qui. Ed è da questo riaffiorare di cose dimenticate che, forse, deriva lo stupore.
Ma di certo non si tratta dello stesso stupore che porta migliaia e migliaia di indici a toccare lo stesso tasto, davanti alla medesima immagine, all’unisono.
La bellezza è qualcosa che non ha tempo, che sta sospesa, che non può essere afferrata, definiamo bello qualcosa, ma spesso ci mancano le parole per spiegare perché. Non si lascia prendere, incastrare dalle lettere, ma c’è. E’ una creatura centenaria, ma senza rughe, ed è proprio questa sua natura a renderla inadatta al mercato, ai brand, che ora più che mai necessitano di gratificazioni istantanee ed effimere.
Personaggi illustri del settore parlano di fantasia, sfrontatezza, libertà di folleggiare per descrivere ciò che hanno visto sfilare sulle ultime passerelle. Ma se si mira ad agganciare followers, a far lievitare le visualizzazioni, si può davvero parlare di fantasia, di quella facoltà della mente umana di reinventare e reinterpretare esperienze e dati raccolti nella realtà in immagini sensibili, avvalendosi di una totale libertà che di certo la paura di non fare colpo non può lasciare?
Lo scopo dietro gli Abiti su Misura Madamina,
è completamente diverso.
Noi di Madamina abbiamo le idee molto chiare su questo.
Bellezza, fantasia, stupore sono ingredienti che usiamo nel lavorare ad ogni singolo capo e non perché possediamo verità tra le mani che a noi soltanto non sono sfuggite, ma perché gli obiettivi che ci proponiamo alla viglia di ogni partenza per un Viaggio Madamina restano invariati.
Fare in modo che la nostra cliente si senta accolta a tal punto da mostrarsi anche solo un po’ facendoci scorgere parte della sua bellezza, lasciarle spazio affinché possa immaginarsi nel suo nuovo abito, costruito servendosi di una fantasia anche inaspettata e infine, che possa stupirsi guardandosi allo specchio con addosso qualcosa che lei stessa ha creato per se’.
Praticamente impossibile che da questo impasto, con l’aggiunta di qualche altro ingrediente naturalmente, venga fuori qualcosa che sì, lungi dall’essere retoriche, possiamo definire bello.