Madamine tra i banchi di scuola


Noi Madamine ci siamo incontrate durante un corso di formazione professionale da modelliste, che abbiamo frequentato alla Scuola di Moda Ida Ferri, a partire dal 2013.
Eravamo in classe insieme, e entrambe siamo state immediatamente affascinate dalle potenzialità creative che questo percorso professionale poteva fornirci.

L’idea di immaginare, poi progettare e poi cucire un abito, vederlo finito e finalmente indossato, ci ha entusiasmate fin da subito.
Durante quegli anni, tutte e due ci siamo accorte che quello che davvero ci faceva brillare gli occhi, era poter usare quelle potenzialità creative per vestire altre donne, piuttosto che per rifornire i nostri personali armadi.

Proprio per questo, i progetti che portavamo più volentieri a termine, coinvolgevano sempre un’altra donna come indossatrice finale, che fosse un’amica, una parente, una modella.
Ovviamente gli occhi di una erano sempre pronti a sbirciare il lavoro dell’altra e lo scambio di opinioni e consigli era all’ordine del giorno!

Questa esperienza di scambio con altre donne durante gli studi, ci ha aperto gli occhi su quanto un vestito abbia il potere di trasformare il modo in cui una donna guarda e valuta il suo corpo.
Dato che in quel periodo eravamo concentrate ad imparare il lavoro da modelliste, le nostre creazioni prevedevano sempre l’utilizzo di una taglia come base di partenza.


Modelliste pentite


Questi abiti, pur essendo “della taglia giusta”, alla fine non erano mai davvero perfetti per il corpo che li stava indossando.
Eppure non abbiamo mai sentito una donna descrivere questo problema con queste parole.
Quello che sentivamo dire, piuttosto, era: “sono troppo grassa/alta/magra/bassa/formosa per questo vestito”.

E dobbiamo dire che, da brave maniache della perfezione quali eravamo, questa risposta ci ha sempre un po’ innervosite.

Fare delle prove intermedie a capo incompleto, ci dava infatti la possibilità di intervenire sul difetto, che ai nostri occhi non riguardava mai il corpo della donna che stavamo vestendo.
Per noi, il difetto era ovviamente nel lavoro che avevamo svolto.

Notare con i nostri occhi che pochi millimetri in più o in meno previsti a monte nel progetto, avrebbero potuto migliorare la resa del capo, ci ha fatto capire quale doveva essere la strada da seguire.
Ed è così che, prova dopo prova, correzione dopo correzione, abbiamo entrambe capito che quando si parla di abiti, soprattutto di abiti “creativi”, la perfezione non può passare attraverso una taglia.


Nasce Madamina


Una volta arrivate al diploma, ci siamo guardate negli occhi e ci siamo dette che sarebbe stato un peccato perdere quell’affinità di visione.
Ed è così che, davanti una birra, il primo ottobre del 2016, entrambe fresche di diploma, abbiamo deciso di dar vita alla nostra piccola azienda: Madamina.
Il nostro sogno era quello di eliminare tutti i vincoli a cui una donna è sottoposta quando va a fare shopping. Volevamo creare un’azienda che potesse davvero realizzare l’Abito dei Sogni di ogni singola donna.

E dato che questo è il nostro principale obiettivo, abbiamo eliminato a monte il concetto di serialità che viaggia a braccetto con le taglie.
Se ogni donna è unica, cosa che crediamo profondamente, allora anche i nostri abiti non potevano che essere unici. Per questo abbiamo scelto di non realizzare collezioni.

E di eliminare totalmente il concetto di taglia dal nostro lavoro.

Ci siamo impegnate per creare un posto in cui è assolutamente vietato dare la colpa dell’inadeguatezza di un modello o di un abito, al corpo che lo sta indossando.

La nostra principale regola interna è proprio questa:
sono i nostri abiti a doversi adattare alle loro proprietarie, mai il contrario!!